20 gite #2. Primavera
29 marzo. Ermetta: tutta la dolcezza dell'Appennino
Almeno una gita in zona Beigua,
però, la voglio fare. Con Aldo51 decidiamo di
salire l’ Ermetta, su cui non ero mai stato. Una montagna poco
conosciuta, ma decisamente carina in un
angolo un po’ più appartato del massiccio del Beigua. Non c’è vista verso il
mare ma verso l’entroterra, sì. Dalla
vetta, ci spostiamo verso il Beigua attraversando una bella faggeta. Quando ci fermiamo a pranzo, il freddo si fa
sentire. Decidiamo di tornare per lo stesso percorso dell’andata. In Appennino
respiro un senso di appartenenza e di familiarità che riempie il cuore.
3 aprile. Ritorno in Antola
Mi capita spesso di andare per
monti il giorno di venerdì santo. Anche quest’anno è così. Con Aldo facciamo la
classica gita sull’Antola, in una stagione un po’ più avanzata del solito. In
questi periodi, salvo strascichi dell’inverno i nostri monti hanno un’atmosfera
un po’ irrisolta. L’inverno se n’è andato, ma la primavera non c’è ancora…
aprile in appennino è spesso un mese maccajoso e questa giornata non fa
eccezione.
6 aprile. Pasquetta sul Monte
Ultima sortita in appennino ligura per
questa primavera, la classica gita di pasquetta con la famiglia. Il giro è il
collaudatissimo anello antenne.pietre strette. Semaforo nuovo. Semaforo
vecchio. Pietre strette. La giornata è
bella. Sarà che con gli anni si diventa sentimentali o, chissà, si aprono un
po’ di più gli occhi, ma venire qui sul Monte è sempre una meraviglia. Farlo
con i propri cari, una meraviglia doppia. Si aggiungono i casuali incontri con
amici di Camogli e di Recco e il comico mal di piedi di mio figlio, che era
partito fieramente convinto le vecchie pedule del 41 gli stessero ancora
bene, malgrado ormai porti il 43. Ci ha
pensato al discesa dal Semaforo Vecchio alle antenne a spiegargli che era
impossibile!
17 maggio. Sillara, stavolta in vetta
Ritento questa
montagna cui ho rinunciato quindici giorni prima per le stramberie dei miei amici. I compagni di gita stavolta sono Piero ed
Aldo51. Il programma è un po’ meno ambizioso, abbiamo in mente un anello più
breve di quello stakanovista di Davide. Il meteo però non ci è amico. Dopo un’oretta di
cammino ci troviamo avvolti nella nebbia. Non corriamo il pericolo di perderci,
segnaletica e GPS convincono anche il recalcitrante Piero del percorso da
seguire. In vetta, però, non si vede nulla.
Con la coda tra le gambe, scendiamo lungo lo stesso percorso. Solo in quel momento
si apre qualche squarcio che ci fa apprezzare quanto siano belli questi posti,
che meritano un altro viaggio in una bella giornata autunnale.
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