20 gite #3. Estate



21 giugno. Dal Colle di Tenda al Passo della Boaria passando per  il Bec Roux (ma lo era davvero?)

 



Dopo un’altra delle lunghe pause di questa annata (dovuta a una fotodermatite), organizziamo una gita “cautelosa”. Né io, né Lusciandro né Aldo51 siamo in gran forma. Cerchiamo qualcosa di facile per riprendere un po’ confidenza, e lo troviamo in un percorso (quasi) ad anello tra il Colle di Tenda e la zona del Marguareis.  All’andata seguiamo un sentiero che è poi in realtà una antica stradella.  Raggiungiamo la cima del sedicente Bec Roux (con tanto di targa, forse sbagliata, in vetta, letteralmente dieci metri sopra il tracciato principale) e poi proseguiamo in un ambiente decisamente bello sino ad andare ad incrociare la strada militare Colle di Tenda – Monesi.  Circondati da nugoli di mosche sbuchiamo al Passo della Boaria, dove il meteo ci ricorda garbatamente che abbiamo scelto le Liguri. Nebbione di ordinanza, addio a panorami e a curiosità geologiche. Mangiamo e torniamo indietro, stavolta lungo la militare.  Se lo scopo era quello di ricominciare con qualcosa di leggero, l’abbiamo raggiunto. Il resto, un po’ una delusione.

 

 

 

4 luglio. Triplete in Curnis Auta: Tre Mulets, Viribianc e Viridio

 



 Non ricordo a chi sia venuta l’idea di andare in questo angolo poco frequentato delle Cozie. .  L’idea è quella di toccare le cime di Tre mulets (2393), Viribianc (2477) e Viridio (2498). Per fare questo pezzo di “Curnis Auta”Partiamo in 4, con Aldo51, Piero e Davide.  Per arrivarci, dalla Valle Stura si percorre la strada del Colle Fauniera, strettissima e con discreti precipizi sul lato a valle.  Lasciamo la macchina intorno ai 1900 metri  Il percorso è quasi tutto fuori sentiero, patisco da matti perché non sono in forma, perché non ho dormito ma soprattutto per il gran caldo: all’arrivo, dalla macchina (a 2000 metri) c'erano 26 gradi... necessaria una Panaché davvero molto grande! Missione compiuta, e ne è valsa la fatica perché i posti sono davvero belli, quasi dolomitici.

 

 

 

12 luglio. Storia e ricordi alla Fremamorta

 



In valle Gesso ho vissuto il campo scout che più mi è rimasto nel cuore, al Gias delle Mosche nel 1974. I laghi di Fremamorta sono uno dei luoghi mitici di quell’avventura. Dopo, ci sono tornato diverse volte, per conto mio o portando in Route qualche Clan. L’ultima, due o tre anni fa, ero di umore malmostoso e avevo deciso che in Marittime ci sono troppe pietre per i miei gusti.  Ma al cuore non si comanda, e quindi eccomi di nuovo qua pronto a rimangiarmi i miei mal di pancia. La verità è che questo è un posto pieno di fascino.  Ci sono montagne, laghi e colli dai nomi misteriosi ed evocativi, tracce di un oscura pagina della storia e infine, sì, anche i miei ricordi di avventure indimenticabili. Io e Aldo51 partiamo dal Gias della Casa.  Abbiamo immaginato un’onesta via di mezzo tra la solita gita ai laghi di Fremamorta e il giro da stramazzare proposto dall’amico Davide qualche anno fa. Vogliamo salire la Cima di Fremamorta. Senza troppa fatica raggiungiamo il colle lungo il percorso più diretto. La vetta è dieci minuti sopra. Un migliaio di metri di dislivello risalite comprese, facilitati dalla regolare pendenza dei sentieri militari. In discesa, allarghiamo il percorso, toccando i laghi – sempre bellissimi - e poi tiriamo giù per la variante più diretta (tratti scoscesi) per il Gias della Casa.  Ho fatto la pace con le Marittime.

 

 

 

8 Agosto: Pazienza e tacchini al Monte Faraut

 



 Tra il campo scout, che aveva occupato i tre weekend precedenti e le vacanze a Chamois riesco ad infilare ancora un paio di gite in Val Maira. La prima è a questo tranquillissimo tremila. La storia è un po’ lunga, nel senso che – dislivello di un migliaio di metri a parte – per arrivare in cima bisogna scegliere tra una stradella militare dalla lunghezza infinita e un sentiero che tira su dritto per un canalone erboso. Scegliamo di salire per la stradella, ci vogliono più di tre ore di cammino, che come al solito patisco molto più del giusto. Troppo tempo dalla scorsa gita, non ho proprio allenamento. Con pazienza (soprattutto di Aldo51) arrivo in vetta. Arrivano, però anche le prime nubi che si prevede porteranno temporali verso le 17. Tempo ne abbiamo ancora, ma decidiamo di scendere per la via più breve. Dopo i primi metri, la traccia sparisce. Scendiamo nel canalone d’erba per 500 metri di dislivello, puntando ad un sentiero che si vede in basso. Nulla di eroico né di difficoltoso, ma le ginocchia protestano energicamente.  Quasi sul fondovalle, riusciamo a perderci di vista. In largo anticipo si scatena un furioso temporale con grandinata. Mi salvo entrando in una stalla dove un ciarliero gruppetto di tacchini mi tiene compagnia per la mezz’oretta necessaria al cessate il fuoco. Svicolo tra il fango, saluto il malgaro appena arrivato, e mi rimetto alla via. Ci ritroviamo dalla macchina, tutti e due incredibilmente asciutti.

 

 

 

12 agosto: Nella top 10: l’anello del Monte Scaletta

 


 
Dopo solo 4 giorni torno in Val Maira con Marco.  L’obiettivo sarebbe la Tête de la Frema, dormendo al Rifugio Stroppa, che però è completo. L’unico posto libero in tutta la valle è la locanda di Chialvetta. Che tanto locanda non è: per la mezza pensione scuciamo 73 euro per uno. La camera è bellissima, la cena no. Direi abbastanza serenamente che il posto è sulla mia personale lista nera.  Dobbiamo cambiare destinazione: faremo l’anello del Monte Scaletta.  La gita è bellissima. Il sentiero militare sino al colle aiuta a non faticare troppo. Il percorso per la vetta passa tra vecchie trincee, poi si infila in una galleria ad L e dopo un’ultima rampa sbuca in cima. Panorama bello, ma ancora più bella è la discesa lungo l’altra cresta in un ambiente dolomitico. Completiamo l’anello superando Colle Peroni e Colletto Vittorio. Visitiamo le rovine dell’enorme Ricovero Escalon. Una gita che ricorderò per sempre!





15-31 Agosto: Vacanze a Chamois:

Giro dei laghi di Champlong

Chamois-Valtournenche

Chamois-Cheneil-N.D. de la Salette

Torgnon-Oratorio di Gilliaerey

N. D. de la Salette-Cervinia

Chamois-Monte Zerbion

 



 Chamois è un posto magico. Perché lo è di suo, e perché andarci significa rivivere i tanti bei momenti passati insieme e condividerne dei nuovi. Il tempo è stato imperfetto, almeno 6 giorni in cui non si poteva far nulla e in tutti gli altri mai una giornata totalmente serena, con le nuvole che coprivano quasi sempre i fianchi della valle sin dal primo pomeriggio. Abbiamo rifatto qualcuno dei “nostri giri” (i laghetti di Champlong, i due bellissimi tratti di Balconata del Cervino che vanno da Chamois a Cervinia), ne abbiamo un po’ modificato qualcuno (il giro degli alpeggi di Torgnon stavolta arrivato a Gilliarey invece che sopra il Loditor), abbiamo scoperto nuovi e bei sentieri (la discesa dal Lago Lod a Valtournenche). E’ stata una gioia speciale condividere qualcuno di questi giri. Con Carlo e famiglia, quello di Cheneil, con Maria Grazia, Fabrizio e Carolina il secondo tratto di Balconata e la classica delle vacanze passate assieme dalle nostre famiglie: la gita da Chamois allo Zerbion.

 

 

 

6 Settembre: un salto sulla Pian Ballaur

 



Al ritorno dalle vacanze, ho voglia di concludere bene la mia estate escursionistica. Da molto tempo vorrei fare l’anello Pian Marchisio – Cima Pian Ballaur – Cima delle Saline – Pian Marchisio. Lo propongo a Piero, che però preferisce partire da Carnino e limitare i nostri obiettivi alla prima vetta. In effetti si parte da un bel po’ più in basso.  Accetto la sua proposta e dopo un viaggio un po’ contorto via Albenga cominciamo a camminare ancora per il fresco. Come da copione delle Liguri l’inevitabile maccaja comincia a prendere campo: la vetta sino a poco prima del nostro arrivo è avvolta nelle nubi basse. Poi la nebbia si apre e lascia spazio a un incredibile pomeriggio di sole che mi fa apprezzare quanto siano belle queste montagne. La discesa nel tratto sotto il Passo delle Mastrelle è un po’ un rompicollo, ma stavolta ho sofferto molto meno la salita e questo aiuta. Non ho mai frequentato molto queste montagne, ma credo varrà la pena di tornare presto, magari proprio per fare il giro che abbiamo accantonato.

Commenti

Post più popolari