Canestrelli e baci

Le previsioni promettono, finalmente, un giorno festivo di tempo decente.  Da un po’ di tempo, con Alberto si pensa a una gita assieme.  Decidiamo di cogliere l’occasione.  L’idea è di andare sull’Oramala partendo da Casanova.  Al gruppo si uniscono Lusciandro e Piero. 

Quando arriviamo, in paese non c’è ancora il sole. Il tratto di salita sino in costa, sul versante in ombra, è prevedibilmente fradicio e buio.  Questo vuol dire almeno un’ora di cammino in un ambiente non proprio entusiasmante. Decidiamo di salire in macchina sino al Passo del Fregarolo.

In autunno, sui nostri monti, le faggete diventano un mondo magico. 


Questa non fa eccezione. La luce radente rende incantevole il bosco che ci accompagna sino alle pendici del Gifarco. Non cediamo alla tentazione di salire in vetta al “Cervino della Val d’Aveto” (!)


Chiacchierando del più e del meno superiamo i passi di Esola e di Ertola. Un altro tratto in una bella faggeta ci accompagna  sino al bivio per il Montarlone.  L’Oramala è ancora abbastanza lontano e la giornata sarà corta.  Puntiamo alla vetta più vicina. Di lì, il panorama è ampio.


Pranziamo e torniamo sui nostri passi. Piero sparisce avanti con Gromit, suscitando commenti e ilarità viste le storie tese tra i due. Io, Alberto, suo fratello e Lusciandro proseguiamo i nostri discorsi che, come in ogni finegita che si rispetti scivolano inevitabilmente sul cibo.

Al Fregarolo, Alberto sfodera una bottiglia di squisita birra fatta in casa.  Fresca, frizzante… insomma una gioia che condividiamo felici per la bella giornata passata insieme. Lusciandro intima di dirigersi su Montebruno dove pare ci sia una pasticceria da favola. Eseguiamo diligentemente.

Dopo un po’ di giri per strade e stradine arriviamo alla meta. A Montebruno, oggi, ci sono più negozi aperti che a Recco. Prima tappa al bar, solo un po’ meno rustico della media. Birre poche, mangianza zero.  Qualcuno torna dalla pasticceria, che è pochi metri più in là. Decido di fare un salto.

Il negozio è bello, accogliente, pieno di luci e di atmosfera natalizia.  C’è ogni ben di Dio. Pandolci alti e bassi, panettoni, biscotti… e soprattutto canestrelli e baci di dama. Le padrone sono due ragazze gentili e sorridenti. Ci si sente accolti, e si compra volentieri.
Faccio rifornimento di baci di dama e di canestrelli e per buon peso prendo anche un pezzetto di San Sté.




Sono contento. Non solo perché so che il formaggio e i dolci sono buoni, ma perché sono contento di aver speso i miei soldi nel negozio delle due ragazze sorridenti. Lo meritano.


E poi, la parte del papà che torna a casa carico di cose buone mi piace troppo!

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