Promesse non mantenute

Gli amici di Genova programmano una gita domenicale sulle Alpi.  Sono costretto a declinare causa impegni familiari (gara ginnica della mia azionista di maggioranza).
All'ultimo, si fa vivo P. che propone di far quattro passi il sabato.  E perché no?  Per la sera c’è in programma la classica cena per-soli-uomini e farla precedere da una salutare camminata servirà a tranquillizzare le coscienze. Decidiamo di puntare sull’appennino tosco-emiliano. P., che evidentemente lavora troppo di fantasia, propone di salire sulla Nuda, quasi 1900 metri, sopra Cerreto Laghi.  Scovo in rete un anello interessante che parte dai pressi del Passo del Cerreto. Dislivello tutto sommato modesto, sviluppo la classica quindicina di km.

Gromit sconta un turno di squalifica per l’indegna sceneggiata di Capanne di Carrega;  partiamo quindi in due con comodo appuntamento alle 7 del mattino. Visti i progetti serali, nello zaino metto solo due panini vuoti del giorno prima. Arriviamo senza intoppi all'attacco del sentiero e intorno alle 9 si comincia a camminare. Dopo venti minuti raggiungiamo il posteggio dove avremmo dovuto lasciare la macchina. Il sentiero è quello di crinale (00), caracolla nella faggeta, poi tira su abbastanza deciso, alternando strappi e tratti pianeggianti. Sbuchiamo definitivamente dal bosco all'altezza del bivacco Rosario.  Il pendio è esposto a O, ci sono ancora grandi macchie di neve. 


Un ultimo, duro, strappo e arriviamo in cresta. La vetta non mantiene la promessa fatta dal suo nome.  Ci sono solo i resti di una cabina elettrica con tanto di traliccio monco ed arrugginito fissato sopra.


P., che ha retto alla rampa finale solo perché certo di  trovarvi ammassamenti di escursioniste straniere intente ad onorare la toponomastica, crolla miseramente.  Cerca di darsi un tono sfoderando la sua nuova mirrorless dotata di un teleobiettivo che la dice lunga sulle sue originarie intenzioni fotografiche. 

Dopo le foto di rito, proseguiamo sulla displuviale in direzione del Passo Belfiore. Il percorso è bello, sembra di essere sulle Alpi.  




Proseguendo il paesaggio si addolcisce; il colle è luogo tipicamente appenninico.  Sono i nostri monti,  faggi e radure, altezze e forme modeste…  ma che senso di pace!  


Mi sento come un topo nel formaggio.  Peccato che di formaggio invece non ne abbia e il pensiero di quel che si prevede di mangiare e bere a cena non basta a riempire il panino melanconicamente vuoto.

Dal colle comincia la discesa,  abbastanza ripida.  A un bivio scegliamo, come da relazione, il sentiero di destra.  La pendenza si riduce, ma dai e dai ci troviamo al di sotto della quota di Cerreto Laghi. L’ultimo tratto di percorso, una sterrata, risale fastidiosamente sino ad incrociare di una pista da sci e poi le prime case.  

Peccato che per tornare alla macchina manchino ancora un paio di chilometri di asfalto rovente .
P., malgrado la delusione della vetta, è rimasto lucido e ha elaborato una tattica vincente. Si tratta di mollare me e i due zaini in loco, di fare autostop per un paio di chilometri, e di venirmi poi a recuperare.   Avendo la garanzia del suo zaino comprensivo di attrezzatura fotografica, decido di correre il rischio.
Il destino però ci è amico. A qualche centinaio di metri, immersa in una nube nerastra, si intravvede la sagoma di un pullman di linea. Senza nemmeno correre, indossati i respiratori, lo raggiungiamo.   L’autista, non essendo ligure, è  gioviale. Parto tra due minuti, vi do uno strappo.  Ci fa salire e – cosa inaudita dalle nostre parti – scambia anche due parole, ci chiede della gita, ecc. ecc.

In men che non si dica siamo alla macchina, e dopo un attimo al bar del Passo (quello dei non –bikers, appena dopo il bivio per Cerreto Laghi). Anche qui veniamo trattati in modo stranamente (per noi liguri) umano.  La notizia di giornata è che la bottiglietta della birra Corona è aumentata da 33,3 a 35,5 cl. Gusto con particolare godimento i 2,2 c. c. di surplus, immaginando che qui da noi questo comporterà un aumento di prezzo da 3,5 a 4,5 euro. In Emilia non è così e ce la caviamo a buon mercato. Dopo un caffettino imbocchiamo la via del ritorno.
C’è il tempo, tornato a casa di completare lo svuotaggio di una Moretti semiabbandonata in frigo e di guardarmi l’ultima puntata di House Of Cards.

Alle 20 passo a ritirare la focaccia col formaggio di antipasto: un piccolo vassoio, ma un grande prezzo:  € 17,50!

Mi sento a casa.

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