Assiette e ruote di scorta
Dalla vetta del Mont De Sainte-Marie, verso la Valmasque |
Dopo nove mesi di renitenza, M. si ripresenta in gita. Per punizione, viene caricato a forza sulla Soundmobile. Prudentemente, mi infilo sulla assai più regolare Yaris di D. Tutto procede per il meglio sino alla galleria del Colle di Tenda, che è a senso unico alternato. Aspettiamo il nostro turno quasi mezz’ora. La discesa sino a Saint Dalmas de Tende è un po’ meno breve del previsto. Risaliamo sino a Les Meches e posteggiamo.
Inizia a quel
punto la cerca dei dispersi. Seguendo una serie di labili indizi riusciamo miracolosamente
a trovare la Soundmobile e i suoi passeggeri. I tapini sono pallidi come
stracci e manifestano vistose difficoltà respiratorie. M. e A. trattengono a mala pena L. che sta
cercano di saltar giù dal finestrino.
Sbrigate le
formalità di punzonatura, ci incamminiamo per una sterrata che sale in una
bella pineta. E’ già abbastanza tardi e
il caldo si fa sentire.
Superiamo un
rifugio privato ed iniziamo un traverso a mezzacosta. Svoltiamo poi a destra in
direzione della zona dei graffiti dove un perentorio cartello ci impone di
riporre le racchette nello zaino.
Completo con calma questa complessa operazione. Quando riparto, non c’è
più nessuno. Poco più avanti, ad un bivio, l’esterrefatto M., il quale si
domanda cosa fare. Senza alcuno
scrupolo, decido di tirar dritto. Imbocchiamo un sentierino, che in breve passa
a miglior vita. In assenza di alternative tiriamo su dritto per il pendio
erboso che porta ad un colletto a destra della cima.
La pendenza è
pressappoco la stessa del Chersogno; il
terreno erboso non migliora di molto la situazione. Ci arrabattiamo alla bell’e
meglio. Poco sotto la cresta, sosta per bere e aspettare il resto della truppa.
S. ci comunica che L. si è fermato al lago. Tutti attribuiamo la causa del suo
malessere all’ Assiette Randonneur pubblicizzata
dal cartello appeso subito fuori dal rifugio.
Senza
raggiungere lo spartiacque, affrontiamo il versante E della montagna. Dopo un
po’ sbuchiamo in cresta dove aggiriamo con adeguata goffaggine un tratto in cui
il sentiero ha pensato bene di precipitare mille metri più in basso.
In vetta,
abbiamo finalmente un bel colpo d’occhio sulla valle di Fonatanalba e sulle
famose ciappe. Il panorama sulle
Marittime è incantevole.
Ancora dalla vetta, vallone di Fontanalba e Valmasque |
Mangiato un boccone, continuiamo per cresta verso la Baisse de Fontanalbe, dove raggiungiamo il sentiero principale. Incontriamo prima un camoscio, poi uno stambecco ed infine, al rifugio, il tronfio L., i cui atteggiamenti tradiscono miseramente il reale svolgimento dei fatti.
Tra il Colle di Fontanalba e il Rifugio omonimo. |
Decidiamo di non infierire e, consumata una bevanda rinfrescante, completiamo la discesa verso Les Meches.
Mentre tutti
gli altri cercano sollievo cacciando i piedi nel ruscello, il povero S. viene
messo a perdere dai proprietari di una simil-Soundomibile, ai quali occorre in
prestito la chiave per sostituire una gomma bucata. Il Kankkunen del Bisagno si
presta di buon grado, dicendo ai mangiarane di tenersi pure l’attrezzo, posto
che lui ne possiede diversi (?).
I tipi
ringraziano, cambiano la ruota e ripartono. Pochi attimi dopo, S. assume
un’espressione perplessa, si china sotto l’auto e scopre con raccapriccio la sparizione
della ruota di scorta. Una frenetica consultazione del manuale d’uso e la
consulenza professionale di G. non chiariscono se la Soundmobile ne fosse o
meno dotata. La totale mancanza del kit
gonfia e vai fa propendere per l’affermativa. Cerchiamo fraternamente di
spiegare a S. che il simpatico gruppetto di cui sopra si era dimenticato di
fregarsi la chiave insieme con la ruota e che lui ha cortesemente contribuito a
completarne l’opera .
Andiamo a
farci la nostra mezzora di coda alla frontiera e “stanchi, ma felici” (a parte
il povero S. , roso da atroci dubbi)
andiamo incontro ciascuno al suo proprio destino.
Il mio, è nello sportello del frigo.
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