Autodrive - ovverosia il giorno del Civet




In settimana mi su profila un’inopinato double shot composto da sabato sugli sci a La Thuile e gita domenicale in località da stabilirsi.
A questo si aggiunge poi la saggia decisione di andare in doverosa visita da Vitturin il venerdì sera. La scusa sarebbe il vantaggiosissimo giro focacce a 15 €. Una volta entrati, però, ci guardiamo in faccia. Ricky mi guarda compunto e ad apposita domanda precisa che lui, veramente, preferirebbe i ravioli di pesce al sugo di orata. Natale è passato da poco, e – con grande nobiltà – decidiamo di farlo contento. Lasciamo perdere tavernetta e focaccia e voltiamo decisi verso la sala ristorante dove – nostro malgrado - lasagnette gamberi e carciofi, spiedino di pesce e millefoglie di fragole con crema pasticcera vanno incontro al loro destino. Non manca l’idoneo supporto di una bottiglia di prosecco di Valdobbiadene e del sacramentale Unicum di fine pasto.
Sin qui, l’organizzazione della prima metà dell’epico weekend scorre senza troppi intoppi. L’unica piccola difficoltà sorge quando, rientrati a casa, il malefico Gromit – nell’evidente tentativo di impedire la gita domenicale – sgambetta Marina e le fa percorrere un'intera rampa di scale nella classica posizione a pelle d’orso.
L’esterrefatto vicino viene rassicurato – non mi sono fatta niente – ma al rientro a casa spuntano dolori dappertutto. Mi vedo costretto ad offrire su un piatto d’argento la mia rinuncia alla gita sciistica, che viene respinta con stoicismo (ma anche no).
Così alle 5.45, con i mei sci nuovi di pacca (la scusa ufficiale per la fuga sciistica è: devo provarli così se c’è qualcosa che non va, li riporto al negozio!) salto sulla RAV4 di G., che superati i 150 km di nebbia da Ovada a Quincinetto approda entro le 9.00 a La Thuile , dove M. e C. hanno provveduto all’acquisto degli scontatissimi skipass della giornata Telethon. In men che non si dica siamo a La Rosiere. Solo lì ci accorgiamo che qualcuno non ha fatto colazione. Provvediamo e riprendiamo a sciare.
L'autodrive degli sci fa il suo porco lavoro, e sotto la cialtronesca guida di M. mi scopro capace di stilismi insospettabili

Ci fermiamo quando ormai sono le 14 passate ed abbiamo raggiunto il target di giornata, tal baita Riondet dove – in palese malafede – ci spariamo antipasto, carni con polenta, un Gamay e digestivo. All’uscita, ovviamente, siamo in perfetta forma; è solo che il sole delle 15.30 è un po’ basso e fa freddo... Così risaliamo all’appuntamento con G., dopodiché, constatato che il sole se n’è andato per davvero, torniamo alla macchina e di lì, previ altri 150 km di nebbia, a casa.

Giornata bellissima, prima di tutto per la compagnia, l’amicizia e la simpatia  di M e C. con i quali ci si frequenta ma non si sciava assieme da… più di 20 anni...  e anche di G., vecchia conoscenza casualmente ritrovata, e D., piacevolissima scoperta.
Che dire?  Tempo e neve ideali, e altro non c’è da aggiungere; amicizia e simpatia.  Stragiusto aver concluso in baita, dopo 5 ore senza soste: il meritato riposo nella gioia della convivialità.
Veramente una giornata memorabile.

Ah, dimenticavo.

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