Piolet-tracion su erba



Dopo tre settimane di pausa – dovuta ad alluvioni e impegni assortiti - si torna ad andar per monti. Destinazione Antoroto.
Memorie di precedenti sortite in loco mi inducono a suggerire i ramponi. Nessuno sembra averne.
Detto fatto, ne recupero nell’armadio ben tre paia, tra cui i mitici Grivel con attacco automatico. La picca la lascio a casa, parendomi indecoroso il suo utilizzo su per la normalissima alla nostra montagna.

L’appuntamento, antelucano come al solito, è alle 6.00 a Genova Est.
Eolo soffia impietoso già sui viadotti rivieraschi, lasciando immaginare più intense folate in quota.
Travaso me stesso e la ferraglia sulla Soundmobile. Raccolto il resto della truppa a Sampierdarena, inizia la consueta battaglia tra pilota ed indicatore di consumo istantaneo.

Lo scollinamento appenninico viene effettuato grazie ad una mossa geniale. Dopo aver pregato M. di tenergli con una mano il volante, S, indossato apposito Stetson, balza sul tetto della Trabant ricarrozzata Scénic e, con un lancio millimetrico del lazo, aggancia rampino e canapo al paraurti posteriore di un pullman di prefiche polacche, di ritorno dal funerale di Giovanni Paolo II.
Trainati dalle slave, a passo lento, ma costante, sfondiamo la muraglia appenninica ed in men che non si dica sbuchiamo a Ceva, dove siamo costretti ad abbandonare le Czestochowiane ai loro lai.
L’abbrivio finisce. Cerchiamo di trovare una soluzione, ma la situazione è disperata: S., addirittura, è costretto a mettere in moto e a superare a motore acceso il casello. La Soundmbobile approfitta della situazione per succhiarsi, tutto in un botto, un intero decilitro di gasolio.
S., inorridito, tenta l’aggancio con un tiro di anziani buoi che traccheggiano nei campi ai lati della strada, ma il delta tra la loro e la nostra velocità è troppo ampio: i ruminanti ci sfrecciano, spietatamente, a lato.
Non ci resta che passare alla propulsione animale. S. estrae dal cofano uno strano scatolone marcato ACME. Trattasi di un kit che permette in pochi attimi di trasformare la Soundmobile in una draisine stradale. 

Un esempio di Draisine ferroviaria
In men che non si dica montiamo il marchingegno.
A. e M. debitamente istruiti, montano sul tetto della Soundmobile, si mettono ai manubri e cominciano a fare su e giù col bilanciere. Lentamente, il veicolo si mette in moto.  Ci diamo il cambio alla manovra e, grazie a energie sempre nuove, arriviamo a Valdinferno.

Ci scarponiamo e ciaccolando del più e del meno dipaniamo la nostra gita sino alla Colla Bassa cercando di recuperare la fatica del viaggio.
Mentre arrivo al colle con la solita mezza giornata di ritardo, scopro inorridito che i miei compari hanno tirato fuori la ferraglia e si apprestano ad affrontare fieramente ramponati l’innocuo sentierino di pietre ed erba che si snoda sopra di noi.
Cerco di invitare alla ragione, dimostrando con un’ ampia prolusione che i ramponi si usano su neve (dura) e ghiaccio, o - al più - per salire sugli alberi; ma, sulle pietre, proprio no.
Evidentemente, non sono in giornata. Come bimbetti che hanno appena ricevuto un nuovo, incomprensibile, giocattolo i cinque Kammerlander si inventano le soluzioni di fissaggio più fantasiose; qualcuno prova a mettere direttamente i ramponi automatici sulle calze; M., che nulla sa di piolet-traction, se ne fa dare un altro paio e se li lega direttamente agli avambracci.
La montagna è severa,  dicono, ma le nostre sturmtruppen devono averla messa di buon umore; tanto che, alla fin fine, arriviamo comunque in cima – dove si viaggia a vela – e ci gustiamo un panorama stratosferico. 

Il blizzard impone una rapida ritirata al colle, dove un opportuno ridosso fa sembrare addirittura tiepida una zona totalmente in ombra.
Lì si mangiucchia; la woodstockiana S. sfodera i suoi squisiti dolcetti. Tutti facciamo ardite ipotesi tardo-sessantottine sul ripieno davvero paradisiaco, che si rivela invece di banalissime quanto estasianti pere e cioccolata.

A quel punto, la trance agonistica si impossessa dei cacciatori di vette, che decidono di passare in rassegna le cime di Grosso e Berlino. Io opto per una tranquilla passeggiata verso il Rifugio Savona, dove – finalmente a ridosso ed al sole – mi godo il sole ed il panorama. Il cellulare si intasa di messaggi di contentezza per l’avvenuta defenestrazione dello psicotico. Mi pento di non aver riempito la borraccia di vino.

Arriva il resto della compagnia; finiamo la passeggiata tentando di inculcare alla povera S. una serie di concetti basici su quel che una donna non deve mai dire-fare ad un uomo che stia eseguendo una qualsiasi mansione, lavoro o riparazione. Stante la tipica ragionevolezza femminile, i risultati sono ovviamente nulli, ma i dolcetti fanno sì che ad S. debba e possa perdonarsi quasi tutto.

La Soundmobile si lancia in una veloce (ed economica, anzi gratuita) picchiata verso Garessio.
La birra è miseranda, in quanto la barista nulla sa della confezione da 0,66.

Risaliti in auto, S. viene costretto manu militari a tornare alla propulsione diesel e vede per la prima volta da lustri la lancetta del gasolio scendere impercettibilmente. Lo shock è tale che il poveretto comincia ad avere allucinazioni e a straparlare: afferma di vedere complesse formazioni stellari in un cielo inesorabilmente vuoto. Disperati e preoccupati per la nostra incolumità cerchiamo di blandirlo, affermando con solenne gravità che, effettivamente, proprio lì c’è una stella tripla.
Per calmare S., accettiamo il traino gentilmente offertoci da un ciclista di passaggio, che ci rimorchia sino a Ceva.  La Soundmobile supera così per la prima volta in carriera i 30 km/ora.
Entrati in autostrada, con abile manovra S. fa in modo che un rombante TIR si appoggi delicatamente al nostro paraurti posteriore. Ignorandone le strombazzate approfittiamo della sua spinta per risalire l’appennino a motore spento.
La gravità è gratis, e ci porta nel palmo della sua mano fin sul mare dove un paio di altri traini opportunamente agganciati dal Cocco Bill del Bisagno ci portano in cima alla discesa di Genova Est.

La bolletta della gita è di 40 centesimi di gasolio e autostrada cadauno. Pare certo che qualcuno ci abbia fatto la cresta. Per evitare litigi, paghiamo senza discutere.

In fondo, c'è da esser contenti. Finalmente, siamo di nuovo un paese normale.
O no?

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