Time the conqueror


Jackson Browne l' ho conosciuto nel 1977: appena uscito The Pretender (non il suo capolavoro), una recensione molto buscaderiana mi convinse della sua quintessenzialità.

Mi ci volle qualche mese per capire che il disco non reggeva il confronto né con il sole californiano di For Everyman né con il dolore e il disinganno di Late For The Sky, subito amatissimi.

Ma già siamo all' entusiasmante canto del cigno di Running On Empty, live tutto di inediti.

Poi il nostro si smarrisce. Sporadiche tracce di lui, via via più rarefatte, sui dischi successivi (Hold Out, 1980; Lawyers In Love, 1983; Lives In The Balance, 1986).


 

Brother Jackson entra nel cimitero degli elefani westcoastiani.

Non si infierisce solo per il rispetto che gli guadagna il suo impegno politico.


 

Il nostro, per di più, è continente assai per cui, saltando il solo World in Motion, si arriva al 1993.

Esce I'm Alive ed alle parole seguono i fatti. Sono passati 16 anni dall' ultimo disco all' altezza, forse troppi. Peccato, perché non siamo lontano dai suoi migliori.

Segue Looking East, che mi perdo. Ai ritmi di Jackson tanto basta per far passare 10 (!) anni prima di risentirlo con The Naked Ride Home del 2003, buono ma non come I'm Alive.

Altri 5 anni (!) ed eccoci a fine 2008 con Time The Conqueror.

Il tempo è tiranno, ma la musica è ancora buona, e fratello Jackson ha ancora qualche scheggia di speranza da porgere al suo everyman:

Do you feel it today?
Love is still on the way
Coming over Wonderland
The world is in your open hand
Once again it's at your command

Forse è solo il racconto di vecchi sogni delusi.

O, magari, uno sguardo tornato attuale:

When will we find
We can no longer look away
When will we mind
The killing in our name each day
When we decide
That all our might just weighs us down
Then will we find
The means to turn our world around

When will we find
When will we mind
When we decide
The means to turn our world around

Far from the arms of hunger
Far from the world disorder
Beyond the reach of war
There is a world where we belong

Chissà.

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